L’importanza del controllo della pressione dei pneumatici

pneumatico sgonfio

Il controllo pressione pneumatici è una procedura di fondamentale importanza e da effettuare con cadenza periodica in modo da mantenere le gomme auto sempre al massimo della loro efficienza e garantirsi una guida sicura. Come sottolineano tutti gli esperti di pneumatici – e come si può notare semplicemente osservando un’autovettura – le gomme rappresentano il contatto diretto con la strada e da esse dipendono numerosi fattori, fra cui aderenza, stabilità del veicolo, efficacia nella trazione e nella frenata. Gran parte dell’efficienza delle coperture è correlata alla pressione di gonfiaggio che dunque deve sempre essere corretta, secondo quanto previsto dalle indicazioni fornite dalla casa produttrice del veicolo. Inoltre pneumatici gonfiati alla giusta pressione assicurano una serie di benefici che molto spesso gli automobilisti ignorano o non conoscono proprio: vediamo quali sono!

Controllo pressione gomme: quando va fatto?

Il controllo della pressione dei pneumatici deve avvenire a cadenze regolari, ogni 3-4 settimane circa, in modo da evitare di circolare con coperture anche lievemente sgonfie, poiché pure in questo caso ci sono delle conseguenze negative. Con verifiche costanti si può intervenire prontamente per ripristinare la pressione di gonfiaggio qualora non sia corretta. Inoltre, questo controllo deve essere svolto sempre prima di partire per un viaggio in auto, in quanto nell’eventualità di problematiche sarà più difficile intervenire se ci si trova lontano da casa. Così facendo invece ci si accerta che le coperture siano perfettamente efficienti e pronte ad affrontare un tragitto chilometrico più o meno lungo. Infine, è necessario ricordarsi che la pressione va sempre verificata con gomme fredde, per evitare di avere valori sfalsati: il rotolamento comporta un aumento della temperatura e di conseguenza della pressione interna del pneumatico. Si possono percorrere quindi non più di una manciata di chilometri prima che la temperatura si innalzi, alterando i valori della pressione.

Quali benefici porta con sé una pressione sempre corretta?

Veniamo ora alla parte che più interessa gli automobilisti: i vantaggi e i benefici di una pressione di gonfiaggio sempre nei livelli corretti. Innanzitutto si garantisce efficienza delle gomme e quindi sicurezza al volante, con pneumatici capaci di fornire massima presa sull’asfalto, reattività e spazi di frenata contenuti. A ciò si aggiunge il risparmio di carburante: con gomme gonfiate alla giusta pressione, infatti, si riduce la resistenza al rotolamento e di conseguenza è minore lo sforzo che deve compiere il motore. Con coperture anche solo leggermente sgonfie, i consumi possono aumentare fino a 0,5 litri ogni 100 chilometri, che può sembrare un dato marginale ma non lo è affatto soprattutto considerando i costi che ha raggiunto il carburante negli ultimi anni.

Prolungare il ciclo vitale dei pneumatici

Una pressione costantemente corretta aiuta pure a prolungare il ciclo vitale dei pneumatici, nello specifico riducendo il consumo del battistrada. I controlli della pressione devono essere regolari anche perché bastano lievi perdite d’aria per causare problemi non visibili ma dal forte impatto: sono sufficienti infatti 0.4 bar in meno per aumentare fino al 30% l’usura del battistrada. Significa ridurre di quasi un terzo il ciclo di vita delle gomme! Ciò si traduce in sostituzioni dei pneumatici più frequenti e quindi in un esborso maggiore per l’automobilista. Inoltre non bisogna gonfiare le coperture a una pressione superiore pensando in questo modo di compensare eventuali perdite d’aria: non funziona così perché pure con una pressione eccessiva si hanno dei problemi, come ad esempio un consumo più marcato nella zona centrale del battistrada e una diminuzione della stabilità e dell’aderenza, poiché è inferiore la superficie di gomma a contatto con l’asfalto.

È possibile accorgersi di una perdita di pressione senza controlli regolari?

In linea di massima no, soprattutto se si tratta di lievi perdite di pressione. Con un controllo visivo è impossibile rendersi conto che la gomma non ha una pressione corretta, a meno che lo sgonfiamento non sia marcato e si noti l’appiattimento del pneumatico sul terreno. In questo caso però la problematica è presente da tempo, se lo sgonfiamento è stato lento e progressivo, e potrebbe aver già compromesso l’integrità della gomma. Se, al contrario, il fenomeno è avvenuto in breve tempo, la copertura è molto probabilmente forata e ci si deve rivolgere ad un gommista per i necessari controlli. Può capitare poi alla guida di avvertire una certa instabilità del veicolo causata da gomme non gonfiate correttamente: ad esempio se il retrotreno sbanda nei cambi di direzione, è probabile che i pneumatici posteriori siano sgonfi; se l’anteriore non è reattivo e preciso, la perdita di pressione riguarda le coperture all’avantreno.

Qual è la giusta pressione di gonfiaggio per le mie gomme?

La corretta pressione di gonfiaggio non è uguale per tutti: ogni vettura infatti ha la sua, in base alle caratteristiche del veicolo, al peso etc. Tuttavia conoscere la pressione corretta alla quale vanno gonfiati i pneumatici di un’auto è piuttosto semplice: essa è riportata nel libretto di circolazione, ma anche nell’etichetta che si può trovare sulla parte interna dello sportello dal lato del conducente, risultando perciò facilmente individuabile. Nel caso in cui la vettura debba viaggiare a pieno carico – ad esempio con a bordo i bagagli per una vacanza – è possibile aumentare lievemente la pressione di 0.1 o 0.2 bar per consentire alle gomme di reggere meglio il carico aggiuntivo. Bisogna ricordarsi poi di controllare pure la pressione della ruota o del ruotino di scorta, affinché siano pronti al momento dell’utilizzo e per evitare di trovarsi con un dispositivo di emergenza inutilizzabile in quanto sgonfio.

Sistemi TPMS: cosa sono?

La vita degli automobilisti è stata resa sicuramente più semplice dalla tecnologia, e fra gli strumenti più utili in tal senso rientrano i sistemi TPMS. Di cosa si tratta? L’acronimo sta per Tyre Pressure Monitoring System, ovvero sistema di monitoraggio della pressione delle gomme, in sostanza un impianto composto da sensori che tengono sotto controllo in maniera costante la pressione di gonfiaggio dei pneumatici. In questo modo non c’è più bisogno di compiere le regolari verifiche ogni tre-quattro settimane, perché sarà il dispositivo stesso a monitorare la pressione ed eventualmente avvisare l’automobilista nel caso in cui questa scenda sotto una certa soglia, in maniera tempestiva e puntuale. Tramite un segnale visivo e acustico sul cruscotto o sul display di bordo, il sistema TPMS avverte che c’è una perdita di pressione, indicando anche il pneumatico in cui ciò sta avvenendo. Una funzionalità davvero comoda che consente di intervenire con prontezza per evitare di circolare con gomme sgonfie e scongiurare inconvenienti ben peggiori. I sistemi TPMS sono stati resi obbligatori per tutte le vetture di nuova immatricolazione a partire dal 1° novembre 2014.

Come misurare la pressione di gonfiaggio?

Se la propria auto non è di recente immatricolazione, è necessario provvedere ad un controllo manuale della pressione: come si effettua? Attraverso uno strumento specifico, il manometro, messo a disposizione in qualsiasi stazione di servizio oppure da acquistare presso un rivenditore fisico o online; si tratta di una spesa contenuta visto che il suo costo è nell’ordine di poche decine di euro. Esiste la versione analogica, il classico manometro che si trova – o si trovava sino a poco tempo fa – nelle stazioni di servizio, e quello digitale, più rapido e preciso nelle misurazioni, con dati più facilmente leggibili. Per effettuare l’operazione di misurazione si svita il cappuccio della valvola del pneumatico, si inserisce il tubo del manometro e in pochi istanti si ottiene la rilevazione della pressione. Se è corretta, l’intervento di controllo è concluso e si può provvedere a riposizionare il cappuccio della valvola, se invece è inferiore si deve provvedere a ripristinarla secondo i valori stabiliti per il proprio veicolo. I vari passaggi vanno ovviamente ripetuti per tutte le ruote (compresa la ruota o il ruotino di scorta almeno una volta nel corso dell’anno).

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