Come riparare un pneumatico forato
Un pneumatico forato non è, purtroppo, un evento raro nella vita di un automobilista: se non a tutti, è capitato a molti di dover fare i conti con una gomma bucata. Come si interviene in questi casi? Come si ripara un pneumatico forato? Iniziamo col dire che non sempre si può provvedere alla sua riparazione, ciò dipende dal tipo di danno: se il foro ha un diametro di pochi millimetri, allora è possibile ripararlo, in caso contrario risulta più sicuro procedere alla sua sostituzione. A prescindere poi dalla tipologia di danneggiamento, è comunque indispensabile rivolgersi ad un gommista: solo quest’ultimo infatti può provvedere ad una riparazione ottimale, in quanto dispone sia dell’esperienza che degli strumenti necessari. Il fai da te in tali interventi si rivela il più delle volte inefficace e può risultare persino pericoloso.
Riparazione pneumatico forato: in cosa consiste?
La procedura di riparazione di un pneumatico forato consiste nel tappare il foro che ha provocato lo sgonfiamento della gomma. È molto più semplice a dirsi che a farsi, perché questa operazione può avvenire in differenti modi. L’aspetto positivo è che tale evento è meno frequente rispetto al passato: gomme più resistenti e robuste hanno reso le forature più saltuarie; stando ai dati forniti da Michelin, salvo imprevisti le gomme possono arrivare a 75 mila chilometri di percorrenza senza incappare in forature, dunque anche oltre il loro ciclo vitale medio. Tuttavia nelle strade gli imprevisti non mancano, ecco perché può ancora capitare di dover fare i conti con un pneumatico che perde pressione a causa di un foro. Se questo è di dimensioni contenute, si può intervenire con la riparazione: vediamo in che modo.
Gomma bucata: come si può riparare?
Una volta recatisi in officina, il gommista può intervenire sul pneumatico in due modi: con una riparazione a caldo oppure a freddo. Nel primo caso si rimuove la gomma dal cerchio e si sistema sul foro un materiale gommoso per poi collocarla in un vulcanizzatore, a questo punto una piastra riscaldante che raggiunge i 140 gradi fa sciogliere il materiale gommoso che era stato applicato in precedenza e consente di saldarlo in maniera omogenea alla gomma del pneumatico. Una volta conclusa l’operazione, si rimonta la gomma sul cerchione e si effettua l’equilibratura, per garantire il corretto funzionamento senza squilibri o vibrazioni. La riparazione a freddo è un intervento più veloce: anche in questo caso si stallona il pneumatico dal cerchio e si provvede a ripulire la parte interna con una smerigliatrice, per poi applicare uno strato di mastice a rapida asciugatura. Quindi sul foro si posiziona un manicotto telato delle dimensioni adeguate, che andrà a sigillare la foratura. Pure in tale circostanza, al termine si rimonta il pneumatico sul cerchio e si provvede all’equilibratura.
È possibile usare il kit di riparazione?
Come abbiamo visto, le riparazioni devono essere effettuate presso un’officina affinché risultino efficaci e possano riportare la gomma a un corretto funzionamento. L’automobilista può procedere da sé alla riparazione usando l’apposito kit, composto da una bomboletta spray e da un compressore, messo a disposizione dalle case automobilistiche in sostituzione del ruotino di scorta. Tuttavia si tratta di una riparazione temporanea, utile quindi solo per poter ripartire e recarsi dal gommista che provvederà a compiere un intervento di riparazione definitivo. Il kit inoltre si può usare solo in caso di forature di piccole dimensioni, se il pneumatico presenta tagli, squarci oppure un cedimento del fianco o del battistrada, non è possibile intervenire. Infine lo si deve considerare uno strumento usa e getta: dopo averlo utilizzato per effettuare la riparazione, sarà indispensabile acquistarne un altro per non restarne sprovvisti.
Come si usa il kit di riparazione?
Rispetto alle procedure di cambio gomma in caso di foratura, il kit di riparazione è più semplice da adoperare e soprattutto più rapido. Innanzitutto si collega il compressore alla presa accendisigari del veicolo, dopodiché si inserisce il tubo della bomboletta nella valvola del pneumatico forato. Azionando il compressore, questo provvederà a ripristinare la pressione di gonfiaggio – quella corretta è indicata nel libretto di circolazione – insufflando aria e schiuma sigillante all’interno della gomma, fino a sigillare il foro. In pochi minuti quindi sarà possibile tappare la foratura e riprendere a circolare, ma come detto in precedenza non è una riparazione definitiva e bisognerà recarsi dal proprio gommista di fiducia, o presso l’officina più vicina, per valutare se la gomma può essere riparata oppure se è necessario sostituirla a causa dei danni provocati dalla foratura.
Cosa bisogna fare dopo aver utilizzato il kit per la riparazione?
Dopo aver adoperato il kit, si può riprendere la marcia facendo però attenzione nei primi chilometri: bisogna procedere a velocità moderata affinché il pneumatico si stabilizzi e la schiuma si distribuisca in maniera uniforme nella parte interna della gomma. Con una copertura riparata è necessario essere cauti alla guida, rispettando una velocità massima di 80 chilometri orari, per evitare che la gomma possa cedere a causa di sollecitazioni eccessive. Questa riparazione ad ogni modo serve per consentire di raggiungere in breve tempo un gommista, che per prima cosa procederà allo stallonamento del pneumatico dal cerchio, per poi ripulire entrambi dalla schiuma sigillante. Dopo tale operazione potrà valutare la condizione della gomma per capire se può essere riparata – e in questo caso interverrà con una riparazione a caldo oppure a freddo, come visto in precedenza – oppure se dev’essere sostituita con una nuova.
Interventi fai da te: le alternative al kit
Un automobilista può agire con il fai da te anche senza il kit, adoperando delle apposite stringhe per la riparazione dei pneumatici, che tuttavia non sono raccomandate dai produttori di gomme e richiedono comunque la necessità di un controllo più approfondito dal gommista sullo stato della copertura. Pure tale intervento può essere effettuato solo su forature di dimensioni ridotte, massimo 6 millimetri di diametro. Questo kit è composto da un utensile a forma di T, che serve a ripulire il foro e prepararlo per la riparazione, e da un utensile ad asola, su cui va inserita la stringa sino a metà. Le stringhe possono essere collanti oppure sarà necessario ricoprirle di colla prima dell’utilizzo. Con l’utensile ad asola si inserisce la stringa nel foro lasciando sporgere al di fuori solo qualche centimetro. Dopo aver spinto all’interno per bene la stringa, rimuovere lo strumento ad asola e infine con un taglierino o un paio di forbici, tagliare i lembi di stringa rimasti all’esterno. L’operazione è conclusa, non resta che ripristinare la pressione di gonfiaggio corretta per poter riprendere a circolare. Queste due procedure hanno costi più contenuti rispetto all’intervento del gommista, ma non offrono le stesse garanzie di una riparazione effettuata in officina, che può assicurare invece la massima tenuta del lavoro di aggiustatura svolto.
Quando un pneumatico non può essere riparato?
Come abbiamo già avuto modo di vedere, le riparazioni possono essere effettuate solo su forature di diametro limitato, ciò significa che ci sono diversi casi in cui non è possibile intervenire e riparare un pneumatico. Nello specifico, se la foratura si è verificata sulla spalla, oppure se è di dimensioni più estese, in caso di tagli o di scalfitture sul fianco, o ancora se c’è stato un cedimento. Se la struttura interna non è più integra in seguito alle sollecitazioni dopo una riparazione temporanea, la gomma dovrà essere sostituita perché non si può agire con riparazioni su un danno di questo tipo. Inoltre non sono raccomandati gli interventi se la gomma ha già subito riparazioni precedenti, in quanto potrebbe non essere più garantita l’integrità originaria. Per tali ragioni dunque è sempre consigliato rivolgersi ad un gommista: solo questa figura infatti è in grado di compiere una valutazione accurata e completa dello stato del pneumatico, per comprendere se può essere riparato oppure no, individuando anche i danni non visibili e che sfuggono all’occhio dell’automobilista.
Quanto durano le riparazioni effettuate dal gommista?
Con una riparazione eseguita a regola d’arte in officina, l’intervento può garantire una tenuta anche superiore ai 6-7 anni, coprendo dunque interamente il ciclo vitale del pneumatico. Ciò significa che una gomma riparata può giungere tranquillamente al termine del suo utilizzo, in base al livello di usura del battistrada, senza che la riparazione causi alcun tipo di inconveniente. Al netto naturalmente di ulteriori imprevisti che possono provocare danni al pneumatico. Come visto in precedenza, gli esperti stessi sconsigliano di intervenire nuovamente su una copertura che è già stata riparata, proprio perché potrebbe venire meno l’integrità. In tal caso è sempre preferibile la sostituzione in modo da poter contare su una gomma al massimo della propria efficienza. Se un pneumatico viene riparato con cura e soprattutto tempestivamente (evitando la circolazione con la gomma sgonfia, che va a sovraccaricare le spalle), ha maggiori possibilità di preservare la propria integrità e di conseguenza garantire un ciclo vitale pari a quello di una copertura che non ha mai subito danni che hanno richiesto una riparazione in officina, assicurando le medesime performance.
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